Alphonse Mucha. La Seduzione dell’Art Nouveau in mostra a Firenze

Dal 27 ottobre 2023 al 7 aprile 2024, per la prima volta a Firenze una straordinaria mostra dedicata ad Alphonse Mucha (1860-1939), il più importante artista ceco, padre dell’Art Nouveau e creatore di immagini iconiche.
Oltre 170 opere di incomparabile bellezza – tra cui manifesti, disegni e oggetti d’arte applicata della produzione di Mucha e una selezione di opere italiane che raccontano il contesto dell’evoluzione dello stile Art Nouveau – accompagneranno i visitatori in un viaggio nella Belle Époque quando Parigi, tra fine ‘800 e inizio ‘900, è al centro del mondo e Mucha l’artista più famoso.
Alphonse Mucha, anche grazie all’incontro con Sarah Bernhardt, diventa il più famoso e conteso artista dell’epoca. Le sue opere, le sue illustrazioni, i poster teatrali e la nascente pubblicità sono accessibili a tutti. Nasce con lui una nuova forma di comunicazione: la bellezza di fanciulle in fiore, ritratte in una commistione unica tra sacro e profano, voluttuose e seducenti figure, rappresentate con uno stile compositivo unico, sono diventate caratteristiche del famoso “stile Mucha“. Le sue immagini diventano subito famose in tutto il mondo, il suo stile è il più imitato, la potente bellezza delle sue donne entra nell’immaginario collettivo di tutti.
La mostra, ospitata al Museo degli Innocenti, vuole mettere in luce oltre al talento di Mucha, il grande lavoro di ricerca e riflessione che ha accompagnato l’evolversi della sua arte, senza mai perdere di vista l’attaccamento alla sua terra d’origine, per la cui indipendenza lotterà tutta la vita. Mucha credeva che l’arte non dovesse limitarsi a essere piacevole alla vista: doveva comunicare un messaggio spirituale, elevare gli spettatori e soprattutto parlare a tutte le persone.
Quando giunse a Parigi, l’incontro con la grande Sarah Bernhardt nel 1895 e la realizzazione del suo primo manifesto per la commedia Gismonda lo rese famoso da un giorno all’altro. Da quel momento ideò tutti i manifesti per gli altri spettacoli della Bernhardt. Tutti questi manifesti sono esposti in mostra, come pure quello ideato per pubblicizzare le cartine per le sigarette JOB, considerato l’immagine iconica della “donna alla Mucha“: figura di una donna sensuale contrastata dal monogramma JOB sullo sfondo.
L’arte prodotta in serie lo attraeva, perché poteva raggiungere e ispirare più persone. Nei manifesti per profumi, birra, biscotti, biciclette e sigarette, ha reso meno netta la barriera tra belle arti e arte commerciale, tra commercio e filosofia.
Tutte le donne che Mucha rappresenta nelle sue opere, sono fluide, bellissime e leggere, ma lo sguardo è sempre diretto e forte, segno di un’emancipazione, che in quegli anni inizia a manifestarsi. È lo sguardo di una donna nuova, che rivendica il diritto ad una libertà e dignità che fino ad allora le è stata negata. È l’inizio della modernità, di cui Mucha, pur con un linguaggio influenzato dai Preraffaelliti di Hans Makart, dalle xilografie giapponesi, dalla bellezza della natura, dalla decorazione bizantina e da quella slava, si fa portavoce.
Nel 1896, mentre lavorava a un manifesto per il lancio del profumo Rodo, Lance Parfum Rodo, gli fu anche richiesto di creare l’etichetta e la scatola della fragranza. Lo stesso anno Mucha cominciò a collaborare con un famoso produttore di biscotti francese, Lefèvre-Utile. Nel 1899 Mucha ricevette l’incarico per il prestigioso champagne Moet & Chandon di creare le grafiche di tutta la pubblicità di due tipologie di champagne, note come Imperial e White Star.
Nelle sue opere integrò una grande varietà di motivi decorativi ispirati all’arte bizantina, come mosaici, icone e sontuosi esemplari di abiti e gioielli. In mostra si trovano anche alcune delle numerose litografie dei lavori realizzati dall’artista per la stampa di tessuti e carte da parati.
Mentre lavorava al design dei gioielli e degli espositori per Georges Fouquet in vista dell’Esposizione di Parigi, Mucha si vide commissionare, sempre da Fouquet, le decorazioni del nuovo negozio, situato in rue Royale 6 e aperto nel 1901. Per questo compito, Mucha si occupò non solo degli interni, di cui si possono ammirare alcuni suoi disegni, ma anche della facciata, dell’arredo, dell’illuminazione e di un’ampia selezione di oggetti ornamentali. In mostra troviamo anche dei pannelli decorativi prodotti per la Boutique Fouquet che rappresentano quattro pietre preziose personificate da un corrispondente numero di sensuali figure femminili.
Alphonse Mucha tanto era moderno nel rappresentare i prodotti dell’industria francese, tanto era legato alla tradizione del suo popolo. Pur avendo vissuto per gran parte della sua vita all’estero, Mucha restò infatti sempre profondamente legato alla Moravia. Per questo motivo, quando aveva ormai raggiunto la fama, decise di mettersi all’opera sul progetto che ribattezzò Epopea slava, composta da venti murali dipinti su tele enormi, rappresentando le sofferenze e le conquiste di tutti i popoli slavi nel corso di mille anni di storia. Alla fine, riuscì a completare venti tele, che donò alla città di Praga in occasione del decimo anniversario della formazione della Stato Cecoslovacco.
A complemento dell’esposizione, una sezione dedicata allo sviluppo del nuovo linguaggio artistico nel nostro Paese. Un omaggio al fiorentino Galileo Chini (1873-1956), uno dei protagonisti dell’Art Nouveau in Italia, e alla città che ospita la mostra.
Per ogni informazione sugli orari di visita e l’acquisto dei biglietti, potete consultare il sito ufficiale del museo.
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